Diario di viaggio in Turchia… Giorno 23

Valle delle rose Cappadocia

venerdì 07/08/09: Uçhisar, Çavusin, Zelve, Goreme, Uçhisar – 20 km
(tappa turistica)

Sveglia alle sette e mezzo! Abbiamo una mezz’ora per fare colazione, visto che fra poco arrivano Roberto ed Elena per andare da Enrico. Durante la colazione salutiamo i ragazzi di Vicenza e Avellino che stanno partendo per il Lago Salato e ci diamo appuntamento eventualmente per la sera se torniamo in tempo.
Nel giro di un’ora siamo tutti e quattro seduti al negozio di tappeti e kilim di Faruk, sulla piazza vecchia di Uçhisar, dove Enrico ha la sua “base” per istruire e aiutare i turisti. Scopriamo di non essere i soli italiani presenti… Ci sono infatti anche altre tre coppie, che gireranno con degli scooter noleggiati. Mentre Enrico illustra su una piccola mappa turistica della Cappadocia i vari posti da vedere in base ai tempi e alle esigenze di ciascuno di noi, non ci facciamo mancare un buon çay in compagnia… Ormai non possiamo più farne a meno! 🙂

Valle delle rose Cappadocia

Con la cartina di Enrico “scotchata” sul serbatoio di Oscar iniziamo il giro tutti e quattro insieme: passiamo da una stradina sterrata che va da Uçhisar a Çavusin; siamo immersi nella campagna tipica della Cappadocia con vigneti a terra e frutteti di albicocche, uno spettacolo… Procedendo lentamente con le moto per gustarci il panorama, arriviamo a costeggiare la Valle delle Rose dall’alto, bellissima con tutti i suoi alti camini delle fate. Il bello è che non ci sono turisti sulla nostra stradina sterrata, siamo soli, e nella valle stessa le poche persone presenti si contano sulle dita di una mano! 🙂
Dopo aver fatto un po’ di foto, come da programma ci dirigiamo verso Çavusin, dove abbiamo appuntamento con una guida locale, Mehmet, amico di Enrico, che ci porterà a spasso nelle grotte labirintiche e scoscese su più livelli, scavate nella collina rocciosa a ridosso del paese. Appena incontrato e fatte le presentazioni, iniziamo il giro con il simpatico Mehmet.
Ci addentriamo nel complesso roccioso, veramente affascinante, visitiamo la Chiesa di San Giovanni Battista e ammiriamo le piccionaie vicine. I cunicoli si alternano a viottoli aperti che costeggiano la roccia della collina e spesso dobbiamo arrampicarci, soprattutto per salire o scendere. Ogni tanto Mehmet azzarda un po’ troppe scalate pericolose e qualche brividino per la paura di scivolare c’è… Tutto però procede alla grande! Così all’ora di pranzo abbiamo finito il giro (durato più di un’ora) e ci ritroviamo sulla piazzetta del paese. Salutiamo il nostro amico e gli diamo cinque lire a testa per il giro; cerchiamo infine un posticino dove mangiare qualcosa. Decidiamo di stare leggeri e mangiare solo un gozleme e un ayran per evitare l’abbiocco post pranzo. Anche se è caldo si sta veramente bene, la giornata è comunque ventilata per cui… Gambe in spalla e a visitare Zelve!

zelve cappadocia

Arrivati al Museo all’aperto di Zelve ci avventuriamo su di un sentiero un po’ nascosto che ci permette di salire sopra i camini delle fate e ammirare la valle dall’alto. Vedute stupende, assolutamente da immortalare! 🙂
Sono quasi le quattro, rientriamo così verso Uçhisar e ci fermiamo a Goreme sulla piazza centrale per chiedere un po’ di informazioni ai vari uffici turistici riguardo i giri in mongolfiera. Roberto ed Elena infatti ci tengono particolarmente e sicuramente dopodomani ne faranno uno. Noi abbiamo valutato per bene la cosa e, anche se sembra che sia una cosa memorabile e bellissima da fare, ci è sembrato un po’ troppo caro e abbiamo rinviato a momenti economici per noi più felici. Insomma 120 euro a testa per un’ora di volo non sono pochi…

sopra un camino delle fate cappadocia

Prima di andare a cena passo davanti al negozio di Edip ed entro per chiedere a che punto è la cintura… Beh, ovviamente è pronta! Così, non stando più nella pelle come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli, strabuzzo gli occhi per il capolavoro creato dalle brave mani del mio amico turco, c’è inciso di tutto! I camini delle fate, l’Ararat, il trifoglio, il narghilè e la scritta “Turkiye 2009”… Bellissima! La chiamerò “Supertramp”, in onore di Christopher McCandless. 😉
Dopo aver pagato Edip per la sua strepitosa creazione, ci scambiamo le email per poterci tenere in contatto anche più avanti. Così tutto fiero esco dal piccolo negozio e fuori incontro un signore turco che parla italiano benissimo, visto vive in Italia con la moglie siciliana e che l’estate torna qui a casa sua in vacanza. Mi dice che la mia idea è stata geniale e che me la copierà sicuramente! Chissà che l’anno prossimo Edip non si metta a creare cinture personalizzate per i turisti di passaggio… 😉

edip nicola atzori uchisar

E’ ora di cena… E dopo il pranzettino leggero leggero di oggi, stasera ci vuole un bel ristorante! Così con Roberto ed Elena andiamo al “Center Cafè & Restaurant” sulla piazza del Comune di Uçhisar e ci mangiamo delle belle portate tipiche turche a base di carni kebab e insalate grigliate, tutto come sempre accompagnato dall’immancabile ayran…
Concludiamo la serata bevendoci una fresca Efes a casa dei nostri amici, che hanno affittato un piccolo appartamento con un cortile-terrazza interno veramente carino ed accogliente. Oggi siamo stati veramente bene e decidiamo così che entro Natale ci rivedremo sicuramente per ricordare questa splendida vacanza e per conoscerci un altro po’… 🙂

Diario di viaggio in Turchia… Giorno 22

uchisar

giovedì 06/08/09: Kayseri, Avanos, Goreme, Uçhisar – 80 km
(tappa di trasferimento e turistica)

Sveglia tranquilla oggi, tanto dobbiamo fare solo ottanta chilometri per arrivare in Cappadocia dove staremo tre notti; alle nove e mezzo finiamo di caricare la moto, ma prima di partire un saluto al nostro amico Sahin al suo çay evi è un must! 🙂
Uscendo dalla città prendiamo per Nevsehir e in poco meno di un’ora siamo già al caravanserraglio “Sarihan” alla periferia di Avanos. Il paesaggio, illuminato da un sole stupendo, è veramente caratteristico e unico nel suo genere: campagne piuttosto brulle, con poche coltivazioni di vite a terra e tanti affioramenti di roccia calcarea. Man a mano che ci avviciniamo a Çavusin e Goreme iniziamo a vedere i primi camini delle fate sparsi, le tipiche formazioni rocciose a cono con il “cappello” in cima! Silvia c’è già stata qualche anno fa e me l’aveva descritta, avevo poi visto un sacco di foto, ma effettivamente vederla dal vivo è impressionante! Specialmente le piccole valli sparse che si vedono dalla strada sono bellissime…
Mentre guido, il fatto di essere venuto qua in moto mi esalta un sacco, alla faccia di tutti i tour organizzati! 🙂

uchisar

Entriamo a Goreme, il paesino è tipicamente a misura di turista ed è invaso dai pullman vacanzieri. Poco male, noi tanto in moto andremo dove ci pare! Proseguiamo e saliamo su fino a Uçhisar, altro paese che domina tutta la vallata dell’”Open air Museum” dall’alto. Sulla strada principale che porta al castello nella roccia di Uçhisar, ci fermiamo a consultare la Lonely. Mentre mi tolgo il casco iniziando un po’ a “smontarmi”, visto che è parecchio caldo, ci passano accanto due moto con due coppie di turisti italiani e si fermano a salutarci: vengono da Vicenza e da Avellino e hanno rispettivamente un BMW GS 1200 e un KTM ADV 950. Dopo aver scambiato due parole, con la promessa di ritrovarci più tardi per passare la sera insieme, ci consigliano di andare alla “Kaya Pension”, una pensioncina molto carina con posto per le moto nel relativo cortile e una bellissima terrazza panoramica. Sulla guida non c’è, ma andiamo a vedere visto che è subito dietro la curva. Appena arrivati, parcheggiamo ed entriamo: il proprietario parla solo turco e francese, che io non conosco, ma tanto per questo c’è Silvia. Gli diciamo che ci hanno consigliato gli altri ragazzi italiani e lui ci offre lo stesso sconto praticato a loro dandoci la stanza per settanta lire a notte compresa la colazione. Beh, è sicuramente di più di quello che abbiamo speso finora, ma siamo in Cappadocia e sapevamo che avremmo speso qualcosa in più… 🙂
La nostra stanza è veramente carina: ci sono due letti singoli, l’arredamento è minimalista, ma curato, è tutta completamente scavata nella pietra calcarea, pulitissima e… Fresca! Il condizionatore non c’è, infatti non serve visto che siamo all’interno della roccia. Anzi notiamo subito che ci sono i piumoni sui letti e quasi sicuramente li utilizzeremo! 🙂

uchisar

Ci facciamo subito la nostra bella doccia rinfrescante, le tute da moto infatti puzzano talmente tanto che se ce le infiliamo anche solo per un’ora il risultato è inevitabile… 🙂 Appena piazzati e dopo aver fatto un po’ di bucato con la nostra solita catena di montaggio (Silvia lava mentre io strizzo e stendo), usciamo per le stradine di Uçhisar e immortaliamo subito delle belle vedute panoramiche sulle valli intorno. La prima che notiamo è quella detta dei “Piccioni”, che collega il paese con Goreme, così chiamata per le numerose piccionaie sparse.
Dopo aver pranzato riprendiamo l’esplorazione del paese e arriviamo fino alla piazza centrale davanti al castello di Uçhisar; notiamo diversi turisti, principalmente francesi. Scopriamo infatti che qui quasi tutti gli alberghi e pensioni sono gestiti da loro. La piazza è piena di negozi di souvenir e tappeti; beh, domani o dopodomani compreremo qualcosa sicuramente! 🙂
Camminando trovo una bella Africa Twin parcheggiata davanti ad un negozio ed entriamo a guardare. Saluto il ragazzo all’interno e gli faccio i complimenti per la “Regina”. Per chi non lo sapesse l’Africa Twin è una moto enduro di una quindicina di anni fa, soprannominata appunto così… 🙂
Il giovane turco si chiama Edip e fa il “leatherman” come si definisce lui: d’estate lavora la pelle e il cuoio qui in Cappadocia mentre d’inverno fa il contadino ad Adana. Parliamo per quasi un’ora illustrando io il nostro viaggio e lui il suo lavoro! In realtà un po’ a gesti, un misto fra il turco e l’inglese, il “turkese” come l’ho ribattezzato poi io, ma ci capiamo alla grande! Alla fine mi viene un’idea… Perché non mi faccio fare una bella cintura di cuoio e sopra mi ci faccio incidere qualche simbolo della Turchia? Così per ricordo… Mentre gli spiego come la vorrei l’idea migliora nella mia testa: quasi quasi ci faccio incidere l’Ararat, i Camini delle Fate e la scritta “Turkiye 2009”. Diventerà così un piccolo diario per immagini di questa splendida vacanza! Ok, non è una cosa originale visto che l’ha fatta prima di me Christopher McCandless, lo sfortunato ragazzo americano a cui si è ispirato Jon Krakauer per il suo romanzo “Into the Wild”, però mi sembra veramente ottimo e unico come souvenir… 🙂 Edip mi dice che mi costerà sessanta lire e che sarà pronta domani sera… Ottimo! 😀

uchisar

Verso le sette vediamo un’altra coppia di motociclisti italiani intorno alla loro moto parcheggiata sulla strada, così ci facciamo avanti e ci presentiamo. Sono di Rovereto e si chiamano Roberto e Elena, sono arrivati in Turchia da pochi giorni passando dalla Grecia dove sono sbarcati col traghetto proveniente da Ancona. Fra una chiacchiera e l’altra decidiamo di passare la serata insieme e di andare a vedere il tramonto dal castello per poi andare a cena al ristorante del nostro albergo. Fuori dalla biglietteria troviamo anche le altre due coppie di italiani che sono appena tornati da un giro in moto tutto il giorno. Facciamo così un bel gruppone e andiamo a goderci il tramonto del sole e la salita della luna dalla cima.
Alla “Kaya Pension” mangiamo “çorba”, carne alla brace, verdure fresche, ayran, pane e per finire “baklava”… 🙂
Domani i ragazzi di Vicenza e Avellino andranno a vedere il “Tuz Golu”, il Lago Salato vicino ad Aksaray, mentre io, Silvia e i ragazzi di Rovereto staremo insieme nei dintorni di Goreme, Çavusin, Zelve e Avanos. Infatti loro vorrebbero chiedere informazioni e consigli domani mattina ad un signore italiano di nome Enrico, che hanno trovato in paese appena sono arrivati e che si è offerto di dar loro una mano… Ma certo! Enrico, l’amico di Montana di Diyarbakir! Cavolo, ce ne eravamo completamente dimenticati… Beh, ovviamente approviamo e ci diamo appuntamento a domani mattina fuori dal nostro albergo per poi andare a ricevere qualche dritta sulle cose da vedere… 😉

Diario di viaggio in Turchia… Giorno 21

ataturk baraj

mercoledì 05/08/09: Sanli Urfa, Adiyaman, Kahramanmaras, Kayseri – 500 km
(tappa di trasferimento)

I giorni stanno finendo e pian piano ci stiamo riavvicinando all’Europa… 😦
Oggi andiamo verso il Parco Nazionale del “Nemrut Dagi”, ma le previsioni di maltempo sono confermate. Beh, intanto partiamo e quando saremo vicini al massiccio montuoso nei pressi di Adiyaman valuteremo se salire o andare verso la Cappadocia.
Fatta una buona “kahvalti” in compagnia di qualche turco di passaggio qui a Urfa, prendiamo la moto dal suo bel parcheggio e verso le otto e un quarto siamo già sulla strada che va a nord-ovest in direzione di Bozova. Costeggiamo per un bel pezzo il lago artificiale dell’”Ataturk Baraji”, formatosi dopo la realizzazione dell’immenso sistema di dighe, ancora in fase di sviluppo, sul fiume Eufrate.
Alle dieci siamo al bivio: a destra si va verso est e il “Nemrut Dagi” e a sinistra verso ovest e quindi verso casa… Purtroppo il cielo non promette niente di buono, sicuramente in quella regione sta diluviando… Alla fine decidiamo di non andare e proseguire verso Kahramanmaras e quindi la Cappadocia. Pazienza sarà per la prossima volta, tanto qui in Kurdistan ci torneremo sicuramente, è troppo bello! 🙂

maras

Nei pressi di Besni faccio il pieno ad un’area di servizio spersa in mezzo al niente delle campagne trebbiate o incolte della zona e ovviamente ci offrono un çay. Fa caldo e si respira a fatica, ma non possiamo rifiutare e anzi facciamo un break di un quarto d’ora svaccati sulle seggioline del benzinaio… 🙂
La strada è sempre dello stesso tipo: cantieri sparsi con ghiaione senza asfalto. In più in questi tratti, logicamente rallentati, troviamo pullman, furgoni e camion che alzano grandi nugoli di polvere. Fino a Kaharamanmaras non ci sono città, solo tanti piccoli villaggi un po’ fatiscenti e diroccati, ma pur sempre belli frenetici, visto che siamo vicini all’ora di pranzo. E’ quasi l’una infatti e la fame è già arrivata da un pezzo; ovviamente un ristorantino di periferia con diversi camion parcheggiati davanti è sinonimo di cibo buono, ergo ci fermiamo! 😉
All’interno troviamo delle belle tavolate di uomini in pausa pranzo che ci squadrano un po’ incuriositi, ma io con il mio solito “Merhaba” a tutti e Silvia con in suoi bei sorrisi, li conquistiamo e i saluti vengono ricambiati subito. I piatti ci sembrano veramente succulenti, ma stavolta prima di sedermi e ordinare vado alla vetrina delle carni e chiedo i prezzi. Alla fine prendiamo con nove lire a testa un bel piatto di kebab di agnello arrosto con pane, cipolle, pomodori grigliati, cetrioli e peperoni, squisito! Ovviamente dopo aver finito… Çay! Rigorosamente offerto dalla casa! 🙂

goksun

Ripartiamo… Belli sazi prendiamo la strada verso Goksun e Kayseri dove molto probabilmente ci fermeremo per una notte. Purtroppo non ci sono strade abbastanza veloci dirette da Kahramanmaras alla Cappadocia, ma soltanto piccole strade di campagna che sicuramente non ci permetterebbero di arrivare in tempo per l’albergo a Uçhisar. Così ci facciamo le stupende strade di montagna prima di Goksun, in piena Anatolia e salutiamo il Kurdistan. Questa zona è veramente selvaggia e semideserta: pochissime macchine e tanti bei panorami rocciosi misti a zone boscose. Ovviamente ogni tanto troviamo un bel cantiere di allargamento della carreggiata, eh sì dobbiamo fare spazio altrimenti code e file di traffico infinite… 😉
Ennesimo rifornimento, sia per la moto che per noi! Infatti il caldo e la sete si fanno sentire, così ci fermiamo ad un’area di servizio spersa fra i monti e compriamo due redbull. Peccato che quando chiedo: “Ne kadar?” (Quanto costa?) il benzinaio mi risponde: “On lira”… Dieci lire?! Questo è matto! Ne prendo così una sola e ce la dividiamo…
Alle sei arriviamo a Kayseri: città trafficata e piuttosto moderna e ricca, tanto che le strade sono perfette, pulite e con tanto di aiuole fiorite, la linea del tram completamente inerbita, insomma sembra una città europea. Siamo quasi in centro, tutte le strade sono addobbate a festa con bandierine rosse svolazzanti, chissà cosa c’è in questi giorni… Dobbiamo però trovare un albergo, così ci fermiamo sulla brulicante “Park Caddesi” e ci mettiamo a consultare la guida. Dopo neanche due minuti ci saluta un anziano signore che inizia a parlarci in tedesco… Ovviamente è turco, ma forse vedendo la nostra moto ci scambia per tedeschi. Faccio presente che sono italiano, ma niente. Continua così per un bel po’ e io cerco di ascoltarlo, è molto gentile e sarebbe scortese interromperlo bruscamente! 🙂 Alla fine riusciamo a capirci: tiene particolarmente ad aiutarci e vuole accompagnarci ad un bell’albergo, il “Çapari”, che guarda caso è fra le nostre opzioni; è dietro l’angolo per cui lascio Silvia a piedi col simpatico vecchietto e io proseguo da solo per duecento metri. Eccoci arrivati, l’albergo non sembra per niente male: è in una traversa poco trafficata con un bel “marciapiedone” per la moto. La parcheggio subito qui legata per bene, tanto è davanti alla vetrina della hall, aperta tutta la notte; nel frattempo un fattorino aspetta per aiutarmi a scaricare i bagagli… Ah un po’ comodità non guasta mai! 🙂

kayseri

Salutiamo e ringraziamo (in tedesco!) l’anziano signore e saliamo nella nostra stanza al secondo piano con aria condizionata e colazione compresa. Qui ci costa un po’ di più, ottanta lire per una notte, ma va bene, tanto siamo alla grande nel budget e abbiamo sempre speso meno finora! La stanza è dall’aspetto un po’ “invernale”… Piumone, poltroncine e tende di velluto pesante bordeaux, più la solita moquette. A parte questi elementi un po’ fuori stagione è perfetta: pulita e spaziosa.
Sono le sette, usciamo a fare due passi visto che siamo vicinissimi al centro e appena troviamo un posto carino per la cena ci fermiamo. Appena fuori dall’hotel, c’è una piccola sala da tè (çay evi) con diversi signori a giocare a dadi ai tavolini e a bere. Il titolare ci saluta subito e ci invita a bere con lui. Si chiama Sahin, è molto affabile e sorridente, parla un inglese quasi perfetto ed è contentissimo di averci lì con lui, visto che non vede molti turisti da quando si è trasferito da Istanbul, dove aveva un negozio nel Gran Bazar. Ci chiede cosa pensiamo della città e noi diciamo che ci sembra parecchio moderna e “dotata” di servizi e strutture veramente all’avanguardia, una città europea insomma. Ci viene inevitabilmente da fare il paragone con le città viste nei giorni scorsi e così gli facciamo presente che forse c’è una po’ troppa differenza tra le città dell’est e questa... Dopo tutto non è nemmeno turistica, ci sono solo l’università e una zona industriale. Lui dopo queste osservazioni si rattrista un po’ e conferma che la maggior parte dei cittadini sono insofferenti proprio per il grande investimento dell’amministrazione comunale nei servizi urbanistici e nelle strutture, a completo discapito dei servizi sociali e scolastici, nessun contributo ai piccoli artigiani e professionisti, insomma tanto “fumo e poco arrosto”. E’ inoltre un po’ depresso per il fatto che da un mese circa è entrato in vigore in Turchia il divieto di fumo negli spazi chiusi pubblici (come in Italia già da qualche anno) e per questo motivo non lavora più come prima, ci dice proprio che lavora meno della metà di prima, il suo “business” sta crollando… Poi cambia discorso visto che ci vede un po’ pensierosi (ed effettivamente siamo un po’ dispiaciuti del suo malessere) e ci dice sorridendo di andare in centro che forse riusciamo a trovare il bazar ancora aperto. Mentre ci alziamo per salutarlo, arriva un ragazzo sui vent’anni, dal nome impronunciabile, che ci saluta in italiano e ci dice che studia ingegneria qui a Kayseri. Conosce molti italiani che lavorano qua e si offre di accompagnarci in centro al bazar dove suo zio ha un negozio di tappeti… E vai. Ci scappa un’altra chiacchierata in mezzo ai kilim! 🙂

kayseri

Durante la passeggiata il ragazzo ci racconta della sua amica italiana Roberta e degli altri, parla solo lui… Dopo una decina di minuti senza praticamente aver visto niente ci ritroviamo seduti nel negozio di tappeti dello zio e se ne va. Mah, che strano, tornerà dopo… E qui lo zio inizia il rito, offrendoci un tè e iniziando a chiederci delle vacanze per poi arrivare a presentare i tappeti in vendita. Ringraziamo, ma lo blocchiamo subito, visto che siamo a posto e i nostri acquisti li abbiamo già fatti. Molto gentilmente ci dice che non ci sono problemi e commenta un po’ le nostre vacanze, che giudica insolite, ma belle. Proprio in quell’istante entra nel negozio una signora che saluta il negoziante. Si gira e ci guarda… “Italiani?” Noi: “Sì, salve!”“Piacere, mi chiamo Roberta e sono di Pistoia!” Ah, ecco l’amica italiana di cui ci parlava il ragazzo, noi: “Com’è piccolo il mondo, noi siamo di Pisa” 🙂
Ci ritroviamo così a parlare un po’ anche con Roberta, lavora qui a Kayseri da quasi un anno per conto di una nota azienda italiana per la realizzazione delle nuove linee tranviarie… Proprio così, noi italiani stiamo lavorando per questa città e stiamo costruendo la bellezza di dodici linee del tram. Ieri c’è stata l’inaugurazione delle prime cinque ed ecco spiegate tutte le bandierine a festa in giro per la città. Dopo averci illustrato la mole di lavoro italiano (compreso l’impegno economico del comune…) ci chiede come troviamo la città. Ovviamente le facciamo i complimenti per il suo lavoro e da italiani un po’ ne siamo orgogliosi, però mi viene inevitabilmente da chiedere come mai una città sconosciuta come Kayseri faccia così tanti investimenti urbanistici. E’ presto detto. Roberta ci dice che il Presidente della Repubblica Gul è di qua e il Primo Ministro Erdogan di un paese vicino, quindi il comune ha costantemente accesso a dei fondi statali speciali… Parole testuali di Roberta: “Poi Erdogan è amico del Berlusca e quindi si lavora noi!” No comment… Ci viene da pensare a tutte quelle persone povere che magari avrebbero bisogno di un aiuto economico e invece qui “ci si fa belli”… Sorvoliamo sulla questione e anzi chiediamo a Roberta e al “tappetaio” se ci consigliano un buon ristorantino. Dopo averli salutati usciamo e ci dirigiamo verso la via consigliataci, piena di negozi e ristoranti. Entriamo in uno piuttosto “chic” dove però con ventiquattro lire in totale mangiamo entrambi un bel piattone di pesce, verdure cotte e insalata, comprese le bevande. Ci viene subito da pensare alle nostre belle città curde dell’est, molto più vere, rustiche, ma soprattutto diverse dai nostri standard europei… Qui sembra di essere a Pisa, non in Turchia…
Vabbeh, non pensiamoci troppo, è ovvio che sia così, stiamo rientrando! 😉
E’ tardi, siamo cotti: oggi abbiamo fatto più di cinquecento chilometri di strade di montagna, con tratti sterrati eccetera eccetera… Via, siamo sazi, possiamo rientrare! 🙂
Prima però voglio fare un saluto al nostro amico Sahin e ai suoi clienti al “Yagmur Okeysalonu”. Ci saluta e ci chiede com’è andata col ragazzo turco di prima. Noi gli raccontiamo della scena: accompagnati dallo zio che vende tappeti e poi via per i fatti suoi… Sahin è molto dispiaciuto e ci dice che queste persone scorrette rovinano il turismo in Turchia, facendo infastidire i turisti e basta. Dopo tutto ne sa qualcosa, visto che ha lavorato una vita al Gran Bazar di Istanbul… Facciamo una foto tutti insieme e decido che gliela spedirò come per gli amici di Diyarbakir! 🙂
A nanna ora e a domani. Cappadocia arriviamo!!!